Perche Scrivo
Da piccola sognavo di diventare in futuro – nell’ordine - mamma, insegnante e scrittrice. Realizzati pienamente i primi due desideri – ho tre figlie e, ora, anche sette nipoti e sono stata per più di vent’anni insegnante di lingua e letteratura inglese al Liceo – “nel mezzo del cammin” della mia vita mi trovai a cercare un nuovo “territorio” in cui esprimermi, e questo per me era naturalmente la scrittura (sono una grafomane nata: tengo un diario dall’età di nove anni). Ero insomma, per così dire, un potenziale autore in cerca di un personaggio. E così, poiché non è raro che i sogni sognati con forza si avverino, nel corso di un viaggio in Messico, nella nota a piè di pagina di un libro sulla scoperta della civiltà maya che stavo leggendo, “incontrai” lady Hester Stanhope, la “bianca Sibilla del Libano”: così la definiva la nota, tanto laconica quanto intrigante. Ed è stata proprio lady Hester, che all’inizio dell’Ottocento lasciò l’Inghilterra di fine Ottocento e la sua posizione di potere a Corte e scelse di vivere e morire in un diroccato monastero sul Monte Libano, il tramite verso la mia seconda vita e il soggetto del mio primo libro, “Sulle vie del Levante”. Viaggiando sulle sue tracce e nei libri di Storia e studiando con passione la splendida lingua araba, iniziai a guardare all’Occidente dal punto di vista del Medio Oriente islamico e presi decisamente le distanze dall’impero britannico che avevo tanto ammirato. (Ero infatti andata in India la prima volta, all’inizio degli anni novanta del Novecento, ispirata dalle gesta – ahimè, lo confesso! – dei pittoreschi imperialisti britannici!). Nacque così il mio secondo libro, “Frontiere di sabbia: da Palermo a Samarcanda”. Intrigata dai forzati spostamenti di popolazioni, dagli sradicamenti dolorosi, dall’oblio nel mondo d’oggi di antiche convivenze pacifiche e spesso feconde, ho viaggiato a lungo in Turchia e in Grecia – sento quest’ultima come la mia “patria del cuore”- cercando in Turchia tracce di villaggi greci e di chiese in rovina e in Grecia di vecchie case ottomane e di minareti decapitati. E’ nato così il mio “Ponti sull’Egeo”, sulle tracce del doloroso scambio di popolazioni greco-turco seguito al Trattato di Losanna che nel 1923 mise fine alla guerra greco-turca, una guerra fomentata da Gran Bretagna e Francia. Ormai “addentro” nella letteratura di viaggio dal Mediterraneo all’India, sono poi tornata ai vecchi amori, scrivendo la biografia di una coppia di vittoriani, lady Anne e Wilfred Blunt. Lady Anne era la nipote di Byron (appunto, un mio “vecchio amore”) che, dopo aver percorso alla ricerca di purosangue arabi il deserto siriano e il Nejd, nel cuore di quella che è ora l’Arabia Saudita, si stabilì in un’oasi alla periferia del Cairo. Da qui, con il marito – poeta, donnaiolo scatenato e politologo – sostenne la rivoluzione di Ahmed Arabi contro il corrotto khedivè e la potenza britannica che lo sosteneva e che finì per occupare l’Egitto nel 1882. E’ un Egitto sconosciuto, quello che ho scoperto: un paese fiero e ricco di fermenti culturali e politici – già nel 1919 non erano poche le “femministe” che uscirono a manifestare contro gli occupanti inglesi – e la cui storia contemporanea non si può comprendere senza cercarne le radici nel passato coloniale. Tutto questo è raccontato nel mio “Cavalieri del Deserto: la nipote di Byron dall’Inghilterra vittoriana alle sabbie arabe”. Uno dei drammi più spaventosi dell’imperialismo europeo in Medio Oriente si è svolto in Palestina: è questo un argomento di cui mi occupo ormai da due decenni, con un’indignata costanza che mi ha portata a raccogliere più di un centinaio di libri e centinaia di articoli su questa tragedia e a tenere conferenze a riguardo in varie istituzioni culturali. Da questo lavoro è nato – frutto anche di una vicenda personale - il mio sofferto e documentato (possiedo più di un centinaio di libri su questa tragica vicenda ancora in corso) “Gli spinosi cactus di Palestina e Israele”. Studiando e viaggiando dal Mediterraneo verso Oriente – i libri suggeriscono i viaggi e i viaggi integrano i libri con l’esperienza personale – ho dunque registrato il filo rosso di sangue e sofferenza che traspare da luoghi di una bellezza stupefacente, luoghi che amo e in cui sento presenti le mie vere radici. E’ ben vero che “più si conosce più si comprende”. E’ nato così il mio “Tra Ares e Afrodite: viaggi e storie dal Mediterraneo al Mar Nero” . “Terrorismo: come è NATO e chi lo USA”, è uscito nel settembre 2016, commissionato dalla casa editrice Dissensi. L’ho scritto per denunciare ancora una volta le interferenze intollerabili e continue delle potenze occidentali nel Medio Oriente, e soprattutto il disastro in corso in Siria, paese multiculturale e multi religioso che ho conosciuto e amato. Per diciassette anni ho svolto un’attività di volontariato per migranti presso un ambulatorio Caritas della mia città, e le storie che vi ho ascoltato mi hanno suggerito un testo pubblicato anche questo nel dicembre 2016: “Nel mondo alla rovescia: appunti da un ambulatorio per migranti in una città del Nordest”. Nel marzo 2017 sono tornata alla biografia con “Il viaggiatore insolito”, storia di un aristocratico anglo-irlandese che, nato senza braccia né gambe, è stato un grande viaggiatore nel Levante e fino all’India, cacciatore, pescatore, velista, diarista e pure membro del parlamento britannico. Nella IX edizione del Premio Pietro Conti “scrivere le migrazioni”, dell’ottobre 2016, il mio racconto Il Kaplani si è piazzato al settimo posto nella sezione narrativa e memorialistica e, segnalato per la pubblicazione come elaborato di particolare pregio, è stato pubblicato nell’aprile 2017 in Racconti dal Mondo, a cura di Alberto Sorbini Ho scritto la biografia di Sarah Belzoni nel libro: Giovanni Belzoni alla ricerca dell’Egitto perduto, di Alberto Siliotti, ed. Geodia, pubblicato nell’ottobre 2017. Nel 2019, frutto di viaggi sui vari fronti della prima guerra mondiale – da Gallipoli alla Somme e alle Fiandre, da Caporetto alla Galizia - è uscito il mio “Viaggio nella Grande Guerra e sempre nel 2019 è stato pubblicato “Passaggi in Grecia: Viaggio sulle tracce della Storia moderna”. A fine 2021 è uscito “Il Confine Inventato: Viaggio tra India e Pakistan da Akhbar a Narendra Modi e Imran Khan”, mentre nel 2022 sono stati pubblicati “Tra l’Oronte e il Nilo: Antiochia e Alessandria, viaggio nelle città della memoria”, e il mio quattordicesimo libro, “Crimea, viaggio nella penisola contesa”, frutto di un viaggio in Crimea del 2013, alla vigilia del colpo di stato a Kiev che, fomentato dall’impero americano e dalla NATO, ha portato a un sanguinoso conflitto ancora in corso grazie al pensiero unico imperante in Occidente e all’invio di armi all’Ucraina da parte dei paesi europei vassalli degli USA. Quando parlo di “coerenza interiore” del mio percorso di scrittrice mi riferisco al fatto che nei miei libri ho sempre privilegiato il racconto dei popoli che l’arroganza occidentale ha contribuito a rendere vittime; che sempre denuncio l’arroganza occidentale che ha disegnato confini “inventati” e funzionali ai propri interessi nei paesi sottomessi al sui imperialismo; che tento di sottolineare gli spazi che per secoli sono stati comuni e condivisi, negando con forza i cosiddetti “conflitti di civiltà” perché ritengo che ogni vera civiltà sia multiculturale e che per le espressioni dello spirito umano, per l’umanesimo insomma, non vi siano frontiere; e ancora, che quando viaggio nei magnifici luoghi che amo – dal Mediterraneo, Nordafrica e Medio Oriente fino all’Iran e all’India - mentre mi riempio occhi e cuore di bellezza non dimentico mai la lotta incessante, inestinguibile, tra Afrodite e Ares, la miseria e la guerra spesso fomentate da chi continua a voler prevalere nel mondo, incurante degli “effetti collaterali” umani che distrugge al suo passaggio. Leggo a velocità supersonica e quasi esclusivamente saggi storico-politici e testi sul Medio Oriente. Vivo in una casa sepolta nel verde, traboccante di piante e di animali di vario tipo. Amo i gatti - ne ho due, che mi tengono in ostaggio – e allevo cocorite.